venerdì 18 dicembre 2009

Chiesa Domenicani e Cappella di S. Giovanni

Malgrado i tremendi danni dell'ultima guerra la Chiesa dei Domenicani con la Cappella di S. Giovanni e il Chiostro restano fra le opere d'arte più importanti di tutta la provincia. L'ordine dei Domenicani, provenienti dalla Francia - erano giunti a Bolzano nel 1272 - .
Poco dopo sorse prima una chiesa piccola, poi presto una più grande, con estesi edifici conventuali e con chiostri. In una delle ale dell'antico convento oggi è alloggiato il conservatorio di musica della città. Come mecenati per la costruzione della chiesa e per la sua decorazione pittorica figuravano membri della famiglia fiorentina de' Rossi; Boccione, uno dei figli, aveva nel frattempo ottenuto la cittadinanza di Bolzano e venne poi nobilitato con il nome «Botsch». Questi Botsch dovevano in seguito e ripetutamente giocare un ruolo importante nella storia della città come promotori delle belle arti, come importanti signori del commercio e come proprietari di castelli.
Un ambone rifatto con i frammenti trovati fra le macerie divide la navata dal presbiterio luminoso; di qui, attraverso la sagrestia, si passa nella cappella di San Giovanni, coperta su tutte le pareti da pitture, applicate, tra gli anni 1330 e 1335, per ordine dei Botsch da artisti veronesi e padovani di scuola giottesca e guarientesca.
Pochi decenni più tardi era la volta della sala del capitolo, della cappella di Santa Caterina. Nel chiostro affreschi dal trecento al Cinquecento, tra cui spiccano quelli di Friedrich Pacher del 1496. ca.
Verso la fine del secolo gli artisti di Verona e di Padova vengono sostituiti da pittori locali che propendono di più per lo stile della Germania meridionale, senza però rinunciare ad influssi italiani. Infatti si conservano tuttora opere di friedrich Pacher della fine del XV secolo e l'altare marmoreo dei Mercanti con la pala dipinta dal Guercino nel 1655.
Il 3 marzo 1785 il capitano circondariale Johann Andreas von Franzin notifica al convento dei Domenicani di Bolzano il decreto di soppressione, promulgato dall'imperatore Giuseppe II d'Asburgo. Termina così la storia secolare della presenza dei frati predicatori a Bolzano.
Nel convento ebbe sede la Fachschule, Scuola di artigianato ed industria dal 1901 al 1939.
Fu anche "ospedale" dove sis volsero le sperimentazioni ortopediche d'avanguardia condotte dal dott. Lorenz Bohler sui soldati feriti della Prima guerra mondiale.

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