domenica 27 febbraio 2011

Le "viles", testimoni della cultura alpina


Le tracce più antiche dell'uomo nell'area dolomitico-ladina risalgono al Mesolitico (da 10.000 a 5.000 anni fa; durante il Mesolitico si concluse l'ultima glaciazione con il conseguente scioglimento dei ghiacciai ). Si tratta di accampamenti di cacciatori, trovati in prossimità dei passi o di laghi alpini. Le prime tracce dell'agricoltura, e quindi di un'organizzazione di vita basata su insediamenti stabili, risalgono al periodo tra l'850 a.C. ca. e l'arrivo dei Romani nel 15 a.C.

Le "viles" sono considerate le forme di insediamento più antiche. Queste "comunità di villaggio" rappresentarono, probabilmente, le prime forme di organizzazione dei coloni in queste vallate.

Tra San Lorenzo di Sebato e la Val Badia, all'altezza di Longega, Picolin o Pederoa si può incontrare a La Pli di Marebbe, La Val e Longiarù, un paesaggio contadino di montagna molto particolare: i pendii sono ricoperti da numerose "viles", immerse in prati e campi e alle quali talora conducono strade ripide e strette.

Questi insediamenti chiusi devono la loro origine da una parte all'esigenza di sicurezza e di senso di appartenenza da aprte degli abitanti e dall'altra alla necessità di utilizzare parsimoniosamente il poco terreno disponibile adatto per l'agricoltura.

La tipica architettura delle case contadine della Val Badia consiste per lo più di un piano terra in muratura e di un piano superiore ligneo sporgente.

Le "viles" possono comprendere fino a dieci nuclei abitativi di contadini, fienili e stalle di pietra e legno, costruiti uno accanto all'altro.

Nessun commento:

Posta un commento