giovedì 5 maggio 2011

Castel Coira - Churburg



La costruzione fu iniziata intorno al 1260 dal principe-vescovo di Coira, Heinrich von Montfort per contenere dei signori di Mazia (Matsch). La diocesi di Coira soccombette a Mainardo II di Tirolo-Gorizia, che diede il castello nel 1297 proprio ai Mazia.

Nel 1504, con la morte di Gaudenz von Matsch, ultimo erede maschio, passò in proprietà ai Conti Trapp, nobile famiglia austriaca originaria della Stiria, in quanto la sorella di Gaudenz, Barbara Matsch, signora di Castel Beseno sposò Jakob IV von Trapp. A loro si devono il rifacimento del palazzo e la cappella, ma anche gli affreschi rinascimentali (tra cui anche due alberi genealogici) e la loggia.
Tutte le sale del castello sono arredate con mobili e suppellettili risalenti alle diverse epoche del maniero, a partire da una Madonna in legno risalente al 1270. Nella sala degli antenati, sono raccolti i ritratti di tutti i Trapp dal 1600 al 1800.

Attualmente i Conti Trapp, che abitano il castello nel periodo estivo, da marzo ad ottobre aprono al pubblico gran parte delle sale.L'orario è dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16,30, lunedì chiuso.L' imponente struttura attuale risale al 1500, i diversi fabbricati si raggruppano intorno al cortile, a triplice ordine di loggiati, che conserva parti romaniche, gotiche e rinascimentali.

La visita inizia al piano terra del loggiato, dove si trova la stube dei lanzichenecchi, con massiccio soffitto a travi, originali, i cui molti buchi testimoniano l'usanza dei soldati di appendere lì le armi da punta. Tre cassapanche tardogotiche sono disposte lungo le pareti, mentre il vasellame di peltro è del 1700. Tornati nel cortile del loggiato, si sale al primo piano, dove sulla volta è raffigurato un tortuoso albero genealogico delle famiglie Matsch e Trapp.

Notevole il gruppo di dipinti che raffigura alcune scene tratte dalle favole di Esopo, come il corvo e la volpe, il lupo e la cicogna, la volpe e il lupo, la scimmia e il pavone, e ben conservati gli aforismi latini, perfettamente leggibili. Rarità iconografica è la scena dei buffoni, con un giullare che cova le uova, poi con i piccoli buffoni coi berretti a sonagli che si liberano dei gusci, e vengono messi in un sacco, da cui cercano di scappare. Le 16 colonne, tutte diverse, recano scolpiti nei capitelli gli stemmi delle famiglie imparentate con i Matsch ed i Trapp.Dal lato orientale del loggiato si accede alla stanza del Conte Jakob VII, raffigurato in statua lignea, accanto al suo mantello da pellegrino a Gerusalemme, nel 1560. In alto, su tre lati, pitture allegoriche dei mesi dell'anno; nei lacunari del soffitto a cassettoni, sculture bianche e dorate dei segni zodiacali, di Giove, Luna e Sole.

Una porta aperta, ma invalicabile, mostra la splendida biblioteca, con librerie acquisite nel 1924, dalla biblioteca Kuenburg di Salisburgo, ed un bellissimo esemplare imbalsamato di otarda, uccello simile alla gru, simbolo della famiglia Trapp.

Nell'angolo sud ovest si trova una grande stufa di ceramica, alimentatile dall'esterno, rivestita di piastrelle con ornamenti applicati con la tecnica del graffito, mentre a fianco della stufa è posto l'armonio da tavolo, ordinato nel 1559 dal conte Jakob VII all'organaio bavarese Michael Strob di Ammergau. L'alzata con copertura poligonale cela ben 309 canne di peltro. Restaurato nel 1799, quindi nel 1922, infine nel 1969 quando col rinnovo della voce linguale Jurgen Ahrend di Loga ne ripristina la piena funzionalità. Il piccolo organo di castel Coira è l'unico, fra gli organi rinascimentali conservati dell'arco alpino, ad avere l'equipaggiamento tecnico prevalentemente originale.

Dopo la galleria degli antenati, con 38 ritratti ed alcuni documenti storici, si passa lungo una scala di legno alla armeria, una delle più interessanti raccolte private d'Europa. Il Conte Oswald von Trapp la definisce "un guardaroba di ferro in cui attraverso i secoli i proprietari del castello hanno conservato le loro armature portate in guerra e nei tornei". Vi sono conservate circa 50 armature complete, oltre a spade e altre armi difensive, tutti in ottimo stato di conservazione. Si tratta delle armature appartenute ai Matsch, ai Trapp e al corpo di guardia del castello.

Vi si trovano rare armature italiane del 1300, la gigantesca armatura, alta 210 centimetri, di Ulrich IX von Matsch, dei Missaglia di Milano, quelle di Galeazzo d'Arco, pure dei Missaglia, e di Jakob VII von Trapp, della metà del 1500. Altre armature possedute dai Trapp, dei noti artefici Witz, Seusenhofer e Katzmair.

Vicino all'armeria si trova la cappella tardoromanica di San Nicola, in cui si trovano una Madonna sul trono, scultura lignea del 1270, ed un prezioso dittico con 12 scene della Passione di Cristo su fondo dorato, del 1400. Singolare il Giuda dell'Ultima cena, la formella in alto a sinistra, che sta ingoiando un diavoletto.

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