martedì 16 agosto 2011

Palazzo Zarenbrunn e chiesa ortodossa S. Nikolaij

Il palazzo Zarenbrunn in via Schaffer fu costruito in stile classicistico dall'arch. meranese Tobias Brenner, grazie all'ingente lascito della ricca duchessa moscovita Nadezda Ivanovna Borodine, che aveva a lungo soggiornato a Merano per curarsi della tubercolosi.
 La città di Merano era nota per il clima invernale molto secco che, per la sua mitezza, era adatto a curare ogni tipo di malattia. Per questo attirava numerosi villeggianti, fra i quali si contavano anche molti russi.

All'epoca a Merano esisteva un centro privato ("Comitato russo") con pensionato che consentiva ai russi disagiati e malati di tubercolosi di trascorrere la convalescenza a Merano. Fra gli ospiti del pensionato ci fu anche Nadežda Ivanovna Borodina, figlia di un alto funzionario dello zar, malata di tubercolosi, che purtroppo morì nonostante le cure a 31 anni.  
Nel suo testamento lasciò al Comitato russo una grossa somma - pari a 100.000 rubli - per far costruire una chiesa ortodossa e un pensionato con alloggi economici per russi non particolarmente benestanti e malati di tisi.
I lavori durarono alcuni anni, ma già nel 1897 la struttura riuscì ad accogliere i primi ospiti. Il 3 dicembre dello stesso anno venne inaugurata la chiesa dedicata a S. Nicola Taumaturgo
Chiesa ortodossa S. Nikolaij

In onore della benefattrice la prima villa venne chiamata "Villa Borodine" e la seconda "Villa Mosca", sua città natale. La direzione delle strutture fu affidata a Faina von Messing, socia onoraria e segretaria dell'Associazione.
Nonostante il succedersi di numerosi ospiti illustri in Villa, negli organizzatori prevalse sempre l'intento benefico della fondatrice, perciò la maggioranza degli ospiti era gente semplice, proveniente da tutti gli angoli della Russia.
L'attività regolare della comunità russa si interruppe nel 1914 con lo scoppio della prima guerra mondiale.


Il regolamento della "Casa Russa" era piuttosto rigido. Gli ospiti - solo russi ortodossi - venivano accettati da metà settembre a metà maggio e sottostavano a regole severe: il riscaldamento era compreso nel prezzo da novembre a febbraio fino a 14° Reaumur (11,2° C). Al superamento di questa temperatura essi dovevano integrarne il pagamento. La biancheria della camera veniva cambiata due volte al mese, gli asciugamani ogni settimana; in camera era proibito cucinare, spostare mobili e tappeti e piantare chiodi. Non si potevano tenere cani, né strumenti musicali (gli ospiti potevano però utilizzare il pianoforte sito nella sala comune). Le discussioni politiche e religiose erano vietate. Non venivano accettati malati terminali per non turbare lo spirito degli ospiti. 
Icona nella chiesa ortodossa S. Mikolaij

La Casa Russa possedeva una biblioteca (con numerose riviste e libri in russo, francese, tedesco, inglese e italiano), una sala di lettura e di svago e un bel giardino a disposizione dei pazienti. Nelle sale comuni la luce veniva spenta alle 10 di sera. Per mantenere le abitudini degli ospiti e ricreare un ambiente a loro familiare nella Casa Russa si servivano piatti della tradizione russa.


Gli anni della guerra cambiarono la situazione della Casa Russa che si ritrovò in territorio italiano, isolata dalla Russia. Nonostante l'impegno dei pochi russi rimasti a Merano (soprattutto Faina von Messing e suo fratello) per far rifiorire la comunità, Villa Borodine andò in declino. 
A partire dagli anni quaranta, la struttura venne data in affitto a diverse associazioni, rischiò la demolizione, venne posta sotto la tutela delle Belle Arti e perse il suo scopo originario. 
Icona

Con il fallimento degli ultimi affittuari - che avevano anche fatto consacrare la chiesa al rito cattolico - il complesso venne messo all'asta e acquistato dal Comune di Merano. Questo lo tenne però inutilizzato, chiudendo persino la chiesa. 
Nel 1991 l'Associazione culturale "Rus'" di Bolzano, su invito degli ultimi ospiti della Villa, fece riconsacrare la chiesa al culto ortodosso. 
Icona

Oggi l'Associazione culturale "Rus'" gestisce per conto del Comune di Merano la biblioteca "Nadežda Borodina", eredità della "Casa Russa", con il suo antico patrimonio di libri e riviste, propone visite guidate alla chiesa ortodossa di San Nicola Taumaturgo, e si impegna per diffondere la cultura e la lingua russa in Alto Adige.
La cappella è situata al primo piano del palazzo, sormontata dalla caratteristica cupola a cipolla.

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